Bashar Al Assad speech

Siria: Asma Assad, ‘battere poverta''

Medaglia d'oro di Napolitano alla First Lady siriana

ROMA –RIMINI Ottobre 17-19-2008

Tra i premiati di questa XXXIV edizione del Pio Manzù, e’ Asma al-Assad, giovane First Lady della Siria: nelle motivazioni del premio, viene definita "ambasciatrice straordinaria del cambiamento", colei che "ha svolto un ruolo chiave nello sviluppo economico e sociale del suo paese per quasi un decennio", occupandosi della crescita economica delle comunità rurali del suo Paese e dei giovani. la first lady siriana, Asma al-Assad, testimoniera’ il suo impegno per la tutela dei diritti delle bambine nel mondo arabo, Lei e’ l’Ospite d’onore e stata premiata con la medaglia d’oro della Presidenza della Repubblica Italiana, "per l’opera svolta a favore della crescita economica e dello sviluppo sostenibile del Mondo Arabo".

Bisogna fare in modo che 'nessuno si trovi in poverta' estrema. Non ci sono piu' scuse non c'e' piu' tempo', afferma la First Lady siriana. Asma al-Assad ha ricevuto a Rimini la medaglia d'oro del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nell'ambito delle giornate internazionali del Centro Pio Manzu', dedicate quest'anno al tema della poverta'. 'Quella della poverta' - afferma la moglie del presidente siriano - e' una malattia. E' il motivo per il quale ci sono guerre e terrorismo'.

"Bisogna fare dell’uguaglianza e della giustizia una questione morale- ha detto Asma Al-assad. Serve una collaborazione tra i paesi per garantire a chi non ha nulla prosperità, progresso e sicurezza". Il suo appello accorato ha riscaldato la platea del Pio Manzù. E’ tempo di cambiare. Bisogna farlo ora.

Alle giornate internazionali del Centro Pio Manzù di Rimini ha parlato oggi anche la First lady di Siria, Asma al-Assad, per la quale occorre unire gli sforzi nell'impegno contro la povertà, anche perché «gli integralisti trovano in questo terreno un bacino nel quale fare proseliti».

Al Palazzo del Quirinale, il Presidente Giorgio Napolitano, ottobre 17, 2008, ha accolto La Signora, Asma al-Assad, Consorte del Presidente della Repubblica Araba Siriana.

La Fonte: ANSA e altri fonte italiane e del San Marino Repubblica

'Syria wants peace, because it knows that in peace you find prosperity and development."

SYRIA: FIRST LADY, COMMON DEFINITION ON TERRORISM NEEDED

RIMINI, OCTOBER 20 - When asked which of the candidates for the White House she preferred out of Barack Obama and John McCain, Asma al-Assad, the wife of the Syrian president, Bashar al-Assad, said: "the important thing is that the next American president is part of the solution, not part of the problem". The Syrian first lady was speaking in Rimini where she is currently a guest of the International Days at the Pio Manzù centre in Rimini. Elegantly dressed in a blue trouser suit, Mrs. al-Assad told journalists in a meeting at the Grand Hotel that "poverty (one of the themes of the 'Days') is a serious problem in my country, as in many others in the Middle East that find themselves in the eye of the storm. But I am working hard because education is improving in Syria and the involvement of women at decision-making and economically important levels is growing. Syria wants peace, because it knows that in peace you find prosperity and development". Asma al-Assad, who has worked in large banks (Deutsche Bank and J.P. Morgan), was also asked to give her judgment on the global crisis, she responded: "the banks should think more about the people and not only about their own interests. But if I had to advise an investment, I would say that you should invest in your children, in their education, in their qualifications, because they are the future. That is what I...what we are trying to do in Syria".

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Dobbiamo elevare la linea della povertà, così che nessuno si trovi in povertà estrema. Non ci sono più scuse né tempo; la crisi è adesso."

Alle giornate del Pio Manzù anche la moglie di Assad

di Gennaro Esposito

Il fine settimana riminese è stato caratterizzato dalla "XXXIV edizione delle Giornate internazionali di studio" organizzate dal Centro Internazionale Pio Manzù. Tema di questa edizione è stato, come cita il sottotitolo della manifestazione, "la coscienza della prosperità: per una nuova economia morale". La maggiore attrazione dell’evento è stata la visita della first lady siriana Asma al-Assad la quale è stata premiata con la medaglia d’oro del Presidente della Repubblica nonché con il premio Pio Manzù "per il suo approccio al dialogo, per la sua visione aperta e comunicativa e per la sua infaticabile attività nel sociale". Tutto questo è avvenuto nel corso della terza delle quattro giornate di studio dedicate al tema della povertà internazionale. La moglie del 43enne presidente siriano Bashar al-Assad ha allietato i partecipanti all’evento con la sua eleganza dispensando saluti e sorrisi a tutta la platea. Lady Siria, come è stata ribattezzata dai media locali, durante il suo intervento ha sottolineato che "il tema della povertà" deve essere considerato "una malattia. È questo il motivo per il quale ci sono guerre e terrorismo". Ha aggiunto che "i terroristi e gli integralisti trovano nella povertà un bacino sul quale colpire, dove fare proseliti. In arabo noi diciamo che una mano non può applaudire da sola. Per questo l’attività del Centro Pio Manzù deve essere supportata da tutti noi". La first lady ha poi proseguito con un suggerimento: "Dobbiamo elevare la linea della povertà, così che nessuno si trovi in povertà estrema. Non ci sono più scuse né tempo; la crisi è adesso".

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ESCLUSIVO

INTERVISTA ALLA MOGLIE DEL PRESIDENTE SIRIANO

UNITI CONTRO LA POVERTÀ

Asma Al Assad, 33 anni, è una prestigiosa economista. Che lavora per il suo popolo ma anche per quelli vicini. «Il mio Paese non è ricco, la società è solidale perché basata sulla famiglia».

Rappresenta la nuova Siria. Asma Akhras Al Assad ha 33 anni. È nata e cresciuta a Londra, figlia di un cardiologo e di una diplomatica. È la moglie del presidente Bashar Al Assad. Dopo l’università in Gran Bretagna, ha lavorato come analista finanziaria per grandi istituti internazionali di investimento, quali la Deutsche Morgan Grenfell e la JP Morgan.

È venuta in Italia su invito del Centro Pio Manzù per partecipare al convegno "Le ragioni di Penia. La coscienza della prosperità: per una nuova economia morale", e ricevere la medaglia d’oro dal presidente della Repubblica, conferita dal Comitato scientifico del Pio Manzù per il ruolo svolto a livello economico e sociale nel suo Paese e per l’opera a favore dello sviluppo sostenibile del mondo arabo. Asma Al Assad ha concesso un’intervista in esclusiva a Famiglia Cristiana.

Signora Assad, come si può combattere lo sviluppo diseguale nel mondo?

«Dobbiamo ridefinire chi è ricco e chi è povero. Dal punto di vista materiale è semplice. Ma se usiamo altri criteri – senso morale, valori, senso di umanità – il quadro cambia. Si tratta di mobilitare tutte le risorse per la prosperità e il benessere di tutti. Se capiamo che lo sviluppo diseguale è una sfida globale, ci avviciniamo alla soluzione. La povertà porta al terrorismo e all’estremismo, sfide che riguardano tutti».

· La Siria ospita due milioni di profughi iracheni, decine di migliaia di libanesi e centinaia di migliaia di palestinesi, senza reazioni ostili tra la popolazione. In Europa e in Italia l’immigrazione crea tensione. Come lo spiega?

«In Europa l’immigrazione è un problema. Per noi è la conseguenza del problema. La gente lascia i nostri Paesi e viene da voi. Ecco allora che lavorare insieme diventa prioritario. Oggi abbiamo in Siria 1,5 milioni di iracheni, oltre 500 mila rifugiati palestinesi e nell’estate 2006 circa 700 mila libanesi si sono rifugiati da noi. È come se in Italia fossero arrivati 5,8 milioni di profughi in pochi mesi. Noi cosa abbiamo fatto? Abbiamo aperto le nostre scuole: sono 30 mila i bambini iracheni che studiano nelle scuole siriane e speriamo con l’anno prossimo di arrivare a 50 mila. Perché lo facciamo? Perché se ai minori diamo la possibilità di studiare, sosteniamo una generazione, e non importa che siano iracheni. Sono i nostri vicini. Abbiamo aperto anche i nostri ospedali. E soprattutto abbiamo aperto i nostri cuori. La Siria non è un Paese ricco e questa ondata ha avuto un grande impatto. Ma cos’altro potevamo fare?».

· Lei è nata e cresciuta a Londra. A quale cultura sente di appartenere? In che lingua canta ai suoi figli (sono tre, di sei, quattro e tre anni)?

«Sono cittadina del mondo. A Londra ho avuto modo di acquisire l’eredità siriana. Ed è molto importante, perché se non sai da dove vieni, non avrai mai il senso di dove stai andando. Ai miei figli canto in inglese, ma di più in arabo».

· Dopo il matrimonio lei ha viaggiato in Siria in incognito, per conoscere meglio la gente: i governanti sono lontani dai loro popoli?

«Non è tanto importante la posizione che si occupa, ma ciò che si fa. La posizione, però, è una piattaforma incredibile, che va gestita con responsabilità per garantire l’uso delle risorse in modo che possano influenzare positivamente i cambiamenti nel Paese. Più si riesce a costruire un rapporto con la popolazione, più fiducia si crea tra le persone e più efficace sarà l’azione di cambiamento. Il più delle volte le soluzioni vengono dalle persone che hanno problemi».

· Lei ha sempre detto che «una famiglia forte significa una società forte». Come si può proteggere la famiglia?

«A Londra la mia famiglia era di cinque persone. Ho avuto il meglio che la Gran Bretagna potesse offrirmi, ma nello stesso tempo mi è stato insegnato in famiglia il modo di vita siriano. In Siria i miei familiari più stretti sono 200. Occorre tenere unita questa comunità. Con famiglie così, la società è invincibile».

· Come fa a coniugare il ruolo di First Lady con i compiti di una mamma?

«Ho tre figli sotto i sette anni. Hanno bisogno di una madre e di un padre prima che di un presidente e di una First Lady. Non li ho fatti per affidarli ad altri. È una priorità. Il mio lavoro è per un futuro migliore per la nuova generazione, di cui i miei figli fanno parte».

· Quanto tempo passa con loro?

«La mattina li porto a scuola. Quando tornano, vado a casa per essere sicura che facciano i compiti e non stiano troppo alla Tv. E la sera tocca al presidente. Poi abbiamo i weekend. Si trova sempre il tempo. Altrimenti è una scusa».

· Lei sostiene che in Siria musulmani e cristiani sono parte dello stesso corpo. Ma oggi la religione viene spesso usata per dividere...

«Il corpo unico in Siria è il risultato di una storia comune, che dobbiamo salvaguardare. La discussione dovrebbe essere avviata all’interno delle singole religioni. Le interpretazioni dell’islam tra gli stessi musulmani sono diverse, come nel cristianesimo. Tutte le fedi condividono gli stessi valori: amore e compassione, rispetto e integrità, apertura e accettazione dell’altro. Se torniamo a questi valori, la religione unisce».

· Quando sente parlare di "scontro tra civiltà" qual è il suo sentimento?

«Che è un concetto coniato da gente chiusa. C’è una sola civiltà, quella umana. Certo, ci sono diverse culture, religioni, tradizioni, ed è triste vedere che in un’epoca in cui i mass media sono sviluppati come non mai, il divario divenga giorno dopo giorno più grande».

· Come vede la condizione delle donne nei Paesi arabi e in Siria?

«In alcune aree le donne combattono ancora per il diritto di voto. In altri Paesi, invece, occupano un significativo numero di seggi in Parlamento. Per la Siria, posso dire che siamo dei pionieri in diversi campi. Il presidente è stato il primo nel mondo arabo a nominare un vice donna. Abbiamo la maggiore rappresentanza parlamentare femminile nel mondo arabo: il 13 per cento. E cresce il numero delle imprenditrici, delle ministre, delle ambasciatrici, delle scienziate. Nelle forze armate abbiamo sempre più donne che spesso vengono nominate a incarichi importanti per dimostrare che le opportunità sono uguali per tutti i cittadini».

· In Siria il 60 per cento della popolazione è al di sotto dei 25 anni...

«Abbiamo cercato di coinvolgere i giovani nel processo decisionale. Sono la nostra più grande risorsa».

· Lei è rientrata in Siria alla fine del 2000, prima di una stagione drammatica. Non ha mai avuto dubbi, paure?

«Io ho incontrato l’uomo dei miei sogni. Inoltre, nello stesso periodo altri fatti significativi sono avvenuti, specialmente in Siria. L’analfabetismo è sceso. La povertà è calata del 20 per cento, la crescita economica è passata dal meno 1 per cento del 2000 al più 6,1 del 2007. Il Governo si è impegnato a raddoppiare le spese per l’insegnamento in cinque anni. C’è stata una crescita delle opportunità nel nostro Paese in ogni settore. Per alcuni la situazione può sembrare scoraggiante. Io la trovo stimolante».

Carlo Remeny

http://www.sanpaolo.org/fc/0843fc/0843fc44.htm

Numero: 43 del Ottobre 26, 2008

Syria’s First Lady &Syrian-Turkish Woman Conference

Her Excellency Mrs. Asma Al-Assad, the First Lady of Syria, along with Her Excellency, Mrs. Amina Erdogan, the wife of Turkish Premier, inaugurated Monday, October 27, 2008, the Syrian-Turkish Women Conference, under the motto: "Towards the Enhancement of the Women Social Role". Mrs. Al-Assad underlined in her inauguration address the importance of the standing cooperation between Syria and Turkey pointing out to the deep-rooted historic relations and common denominators between the people of both countries." Our Conference tackles a very important issue, closely associated with the issue of Development and Growth. The social enhancement of the Women role is the outcome of their economic, professional role and cultural capabilities," said Mrs. Al-Assad calling for a larger participation for women in decision-making process as to ‘better bring up the future generations and upgrade the status of the Family, Society and the Homeland in its entirety".

"The recent decades of the last century as well the beginnings of the present century have witnessed an international recognition of the close linkage between the role of the Woman and her abilities, and that of the society as to progress advance and realize growth. Many societies witness the increasing awareness of the importance of the planning and action stemmed from such a close linkage. Thus, the enabling of the woman can not be but through the reformulation of the woman role as a human and as a citizen," said Mrs. Al-Assad pointing out "This research meeting is held amid international circumstances pointing to the possibility of the reformulation of the economic system, and may be the social and political ones of the world. The world of possible changes would open the doors before new formula; that means the more of opportunities in boosting of the woman capacity on the one hand, and in a better investment of this capacity, on the other," in the interest of the society development in general.

Mrs. Al-Assad said "Syria and Turkey have achieved during the last decades new accomplishments as far as the woman field is concerned; whereby no doors remain closed before the participation of the Woman," calling for the more of action and efforts, as to surmount some negatively inherited models which cause discrimination between the role of men and that of women ,and as to have equal opportunity for both men and women in the building of societies, as well as in the positive contribution in the process of social development and progress.

The reformulation of the woman role on equal footage with man does not, however, mean a change in the natural role of woman as a mother, hence a safe family and society deem necessary the role of the woman at its best forms, reiterated Her Excellency Mrs. Al-Assad.

Edited & Translated By

Mohamad Abdo Al-Ibrahim

Rome, October 27, 2008.

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